martedì 3 novembre 2015
Cura per la calvizie?
Gli scienziati hanno trovato una cura per la calvizie?
Studi su un nuovo medicinale mostrano una ricrescita dei peli nei topi in dieci giorni.
I ricercatori hanno rivelato l’esistenza di un nuovo medicinale che ha causato nei topi una ricrescita in appena tre settimane.
La speranza è che questa scopetta, che si è già dimostrato funzionare anche sui follicoli unami, possa portare ad una svolta nella cura della calvizie.
Funziona inibendo una famiglia di enzimi che si trova dentro i follicoli dei peli che, per vari motivi, li rende inattivi, prarticamente “risvegliando” il pelo stesso.
Negli esperimenti con i topi e i follicoli dei capelli umani, Angela Christiano del Columbia University Medical Center, ha scoperto che, alcuni medicinali che inibiscono la famiglia di enzimi Janus chinasi (JAK), promuovono anche una rapida e forte ricrescita dei peli e dei capelli quando vengono applicati sulla pelle.
“Quello che abbiamo scoperto è molto promettente, ma non abbiamo ancora dimostrato che sia una cura per la calvizie maschile” dice la dott. Christiano.
“Dobbiamo ancora lavorare molto per capire se gli inibitori JAK possono indurre la ricrescita dei capelli negli esseri umani, usando delle formulazioni specifiche per il cuoio capelluto”.
La ricerca pubblicata sulla edizione online di Science Advances, mostra che esiste la possibilità che gli inibitori JAK potrebbero essere usati per riattivare la ricrescita dei capelli nelle forme di alopecia androgenetica e nelle forme di calvizie in cui i follicoli sono intrappolati in una fase di riposo prolungato.
Due inibitori JAK sono stati approvati dalla US Food and Drug Administration.
Uno è approvato per la cura delle malattie del sangue (ruxolitinib) e l’altro è usato per la cura dell’artrite reumatoide (tofacitinib).
Entrambi sono testati in studi clinici per la cura della psoriasi a placche e del’alopecia areata, una malattia autoimmune che causa la perdita dei capelli.
Christiano e i suoi colleghi hanno scoperto casualmente l’effetto degli inibitori JAK sui follicoli dei peli quando stavano studiando l’alopecia areata, una forma di perdita dei capelli causata da una malattia autoimmune che attacca i follicoli.
La dott. Christiano notò che ai topi crescevano più peli quando il medicinale da testare veniva applicato sulla pelle rispetto a quando veniva somministrato in modo sistemico.
Questo suggerisce che gli inibitori JAK potrebbero stimolare in qualche modo i follicoli oltre a fermare l’attacco autoimmune della malattia.
Quando i ricercatori hanno guardato più da vicino i follicoli normali dei peli dei topi, hanno scoperto che gli inibitori JAK svegliavano rapidamente i follicoli in fase di riposo.
Infatti i follicoli non producono peli in continuazione, ma seguono un ciclo che alterna fasi attive ad altre di riposo. Gli inibitori JAK attivano il normale processo di risveglio dei follicoli.
Ai topi curati per cinque giorni con uno dei due inibitori JAK spuntavano nuovi peli nel giro di dieci giorni, accelerando enormemente l’inizio della ricrescita spontanea dei peli.
Nei topi di controllo non spuntarono peli nello stesso arco di tempo.
“Non ci sono molti composti che spingono i follicoli a far crescere i peli così velocemente” dice la dott. Christiano.
“Alcuni agenti topici fanno crescere ciocche di capelli qua è là nel giro di alcune settimane, ma pochissimi composti hanno un effetto così potente e veloce”.
I medicinali producono anche capelli più lunghi da follicoli umani in coltura e sulla pelle innestata sui topi.
E’ probabile che questi medicinali agiscano secondo uno stesso principio sia sui follicoli umani che sui topi, suggerendo che potrebbero indurre la crescita di nuovi capelli e aumentare la crescita dei capelli già esistenti, negli esseri umani.
fonte:dailymail.co.uk/sciencetech/article-3286870/Have-scientists-cured-baldness-New-drug-reveals-regrowth-mice-ten-DAYS.html
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