I vichinghi usavano una lozione a base di feci di anatra. Il medico greco Ippocrate credeva che la cura migliore per la calvizie fosse lo sterco di piccione che mischiava al rafano, al cumino e all'ortica. Una ricetta egizia di 5000 anni fa suggeriva di mettere gli aculei bruciati del porcospino nell'olio con miele, alabastro, ocra rossa - oh e raschiatura di unghie - e spalmare questo miscuglio sulle zone da trattare.
Da quando gli uomini hanno cominciato ad usare gli specchi, si sono sempre preoccupati dello stato del loro cuoio capelluto. Era una vera ossessione per Giulio Cesare che provò davvero di tutto per far ricrescere i capelli; la ghirlanda di alloro che indossava non era tanto un'allusione alla tradizione dei Romani, quanto un tentativo di coprire la sua testa pelata.
Quando incontrò Cleopatra era già quasi completamente calvo. In un ultimo tentativo di salvare la sua zazzera, lei gli consigliò un rimedio casalingo fatto di topo macinato, denti di cavallo e grasso di orso.
Purtroppo non funzionò. Perse tutti i capelli come molti altri grandi uomini da allora in poi, inclusi Socrate, Napoleone, Aristotele, Gandhi, Darwin, Churchill, Shakespeare e Ippocrate, che, nonostante lo sterco di piccione, era così calvo che un certo tipo di calvizie prese nome proprio da lui.
Alla fine Cesare cominciò a farsi crescere i capelli sulla nuca e a pettinarli verso la parte frontale della testa, una tecnica che veniva ottimisticamente descritta come una "illusione di pettinatura". Ora è conosciuta come "riporto".
Sono passati migliaia di anni, siamo passati dalle ghirlande e dai miscugli rivoltanti alle creme costose, ai tonici e agli shampoo e come ultima risorsa, ai parrucchini, alle pillole e alla chirurgia. Oggi potete rivolrgervi ad una clinica per la calvizie, prenotare un consulto per la perdita dei capelli e non è insolito vedere pubblicità che dicono agli uomini di "rivolgersi al proprio medico".
La materia viene discussa in termini di epidemia, e il fenomeno ha anche un nuovo risonante nome , "alopecia androgenetica". Se non foste a conoscenza del contrario, potreste pensare che si tratti di un problema medico vero e proprio.
In tutto il mondo si spendono 3,5 miliardi di dollari per le cure della calvizie ogni anno. E' più dell'intero budget nazionale della Macedonia e, come ha sottolineato Bill Gates l'anno scorso, è decisamente molto più di quanto spendiamo per controllare la malaria (appena 200 milioni di dollari all'anno).
E quello che i trattamenti moderni perdono in ingredienti bizzarri, lo compensano con spiacevoli effetti collaterali. Le vendite del medicinale anti caduta Propecia, che è stao associato all'impotenza, hanno avuto vendite record di 264 milioni di dollari nel 2014.
I trapianti di capelli, d'altro canto, sono dolorosi e famosi per far piangere gli uomini adulti. Secondo un sondaggio del 2009 del International Society of Hair Restoration Surgery, quasi il 60% degli uomini preferirebbe avere una testa piena di capelli piuttosto di soldi e amici.
Dove abbiamo sbagliato?
E' ormai evidente che le teste pelate non sono solo uno spettacolare incidente dell'evoluzione, dopo tutto. I calvi sono visti come più intelligenti, dominanti e di ceto sociale più alto; le loro teste lucide possono aiutarli a sedurre le donne e a salvare vite.
Contrariamente alle credenze popolari, la propensione a perdere i capelli non significa che uno è più virile degli altri e neanche che ha livelli di testosterone più alti, anche se tendono ad avere braccia, gambe e petti più pelosi.
Allora perché perdono i capelli?
Abbiamo alle spalle una lunga storia di teorie sbagliate. Aristotele pensava che la calvizie fosse causata dal sesso. Presso gli antichi Romani, il gran numero di calvi tra i soldati, veniva attribuito ai loro pesanti elmi di metallo. Teorie successive includevano "la secchezza del cervello" - si pensava che il restringimento del cervello facese staccare la testa dai capelli - l'inquinamento dell'aria o, ironicamente, il taglio di capelli sbagliato.
Nel 1897, un'ondata di panico si diffuse attraverso il globo, quando un dermatologo francese annunciò di aver scoperto la causa della calvizie: un microbo. Le riviste mediche e i barbieri annunciarono che i pettini dovevano essere bolliti regolarmente e che i calvi non avrebbero dovuto condividere pettini e spazzole con gli altri membri della famiglia.
Ora sappiamo che la calvizie è causata da un potente metabolita del testosterone, il diidrotestosterone (DHT). Nell'utero materno, l'ormone gioca un ruolo importante nello sviluppo dei genitali maschili. Negli adulti predisposti fa restringere i follicoli. Con il tempo il DHT trasforma i capelli in una soffice peluria simile a quella dei neonati.
Poiché è un metabolita del testosterone, potreste pensare che più testosterone uguale più DHT e più capelli indeboliti. In effetti ne basta una piccola quantità per cominciare a perdere i capelli. Quello che contraddistingue le persone calve è la sensibilità dei loro follicoli, che viene ereditata dalla madre.
Il fatto che sia ereditaria è fondamentale. Al raggiungimento dei 30 anni di età - molto prima della fine della loro età riproduttiva - il 25-30% degli uomini ha un qualche tipo di problema di perdita di capelli. E questo succede in tutto il mondo, in tutti i gruppi etnici. Se essere calvi fosse davvero così brutto, la calvizie si sarebbe estinta. Il fatto che sia così comune ci porta a pensare che sia utle. Ma in che modo? E se è così, perché riguarda solo gli uomini?
"In generale, se qualcosa in natura riguarda solo gli uomini e non le donne, significa che questa caratteristica agisce come un segnale" dice Frank Muscarella, uno psicologo alla Barry University.
Il dimorfismo sessuale è di solito associato alla dominanza e a maggiori opportunità riproduttive, quindi la calvizie potrebbe essere l'equivalente umano della coda del pavone. Potrebbe essersi evoluto perché è attraente per le femmine.
Alcuni studi nel passato hanno dimostrato che le donne non trovano sexy gli uomini calvi, ma questo perché i calvi tendono ad esere anziani e le donne non sono attratte dagli anziani.
"Sappiamo che le donne sono attratte dagli uomini di ceto sociale più alto, quindi anche se la calvizie non è fisicamente attraente, potrebbe avere un qualche tipo di attrattiva non fisica" dice Muscarella.
Nel 2004 decise di provare questa teoria usando delle parrucche e chiese aiuto ad un parrucchiere per creare tre diversi tipi di testa; alcune dovevano essere piene di capelli, altre dovevano sembrare delle teste che stavano perdendo i capelli e altre delle teste calve. Poi chiese ad alcuni studenti di indossare queste parrucche e li fotografò.
Ovviamente erano orribili a vedersi, ma un suo collega lo aiutò a modificare le foto in modo da sembrare il più naturali possibile. Quindi fecero dei test con queste immagini. Le mostrò a 101 maschi e 101 femmine, tutti studenti di psicologia. Chiese loro di dare un voto all'aspetto fisico e alla personalità di questi uomini.
Anche se gli uomini calvi e quasi calvi non furono considerati attraenti fisicamente, gli studenti attribuirono loro punteggi alti per intelligenza, istruzione, ceto sociale, onestà, esperienza, tuti tratti associati, collettivamente, alla maturità sociale.
Muscarella concluse che la calvizie potrebbe essersi evoluta come segnale di ceto sociale alto, inoltre la calvizie veniva associata anche ad un basso livello di aggressività. Quindi il fatto di diventare calvi potrebbe essere stato un modo per distinguere gli uomini maturi e di alto ceto sociale dagli adolescenti ostili e più aggressivi.
Se fosse così, significa che abbiamo mal interpretato questo segnale per anni. Come sottolinea Muscarella, il look rasato è stato fondamentale per filosofi, insegnanti e preti nel corso dei secoli. I monaci cristiani hanno fatto un passo avanti, non solo radendosi la testa ma facendolo in un modo che riprende il modo naturale in cui gli uomini diventano calvi.
La scoperta è supportata da altri studi: in tutto il mondo gli uomini calvi sono visti come più dominanti e questo funziona anche per gli uomini che si radono la testa pur non essendo calvi.
Il DHT è anche responsabile della crescita della prostata nei neonati e quindi potrebbe anche essere la causa dei tumori negli adulti. Il cancro della prostata e la calvizie possono essere sostenuti da una comune sensibilità ormonale famigliare. Questo è stato confermato dalla scoperta che i calvi sono più esposti al rischio di contrarre il cancro ala prostata aggressivo che è responsabile di 300.000 morti ogni anno.
Però c'è un colpo di scena. Anche i bassi livelli di vitamina D - che il corpo produce quando è esposto alla luce del sole - sono un altro fattore di rischio del cancro alla prostata. E come vi dirà qualsiasi uomo calv,o loro sono più esposti alla luce solare degli altri. La calvizie è evoluta per mitigare gli effetti letali del DHT?
"Decine di migliaia di anni fa in Europa la calvizie potrebbe aver aiutato gli individui a ricevere più raggi UV e a produrre più vitamina D" dice Peter Kabai della Istvan University in Ungheria. Questo spiegherebbe perché le donne non diventano calve, dato che non hanno la prostata.
Questa idea sembra plausibile anche per il fatto che i pazienti a cui viene diagnosticato questo cancro in estate, hanno meno probabilità di morire di cancro.
"E' legato alla vitamina D, di cui molte persone sono carenti" dice Kabai.
Uno studio ha osservato 37 uomini con un cancro alla prostata a cui è stata somministrata la vitamina D (quasi 7 volte la dose raccomandata) o un placebo.
Sessanta giorni dopo le loro prostate furono tolte; nel gruppo che aveva preso la vitamina D i tumori si erano rimpiccioliti mentre nell'altro gruppo erano peggiorati. L'integrazione di vitamina aveva anche disattivato i geni coinvolti nell'infiammazione, che contribuisce allo sviluppo del cancro.
In altre parole, i calvi possono essere più inclini a sviluppare un cancro alla prostata nonostante il fatto che perdano i capelli e non a causa di questo fatto; la stessa calvizie potrebbe contribuire a mitigare alcuni dei rischi legati a questa malattia. L'esposizione al sole è fondamentale, ecco perché questi studi possono essere a volte discordanti. Se gli uomini calvi presi in esame indossano sempre il cappello per nascondere la calvizie, l'esposizione al sole dimonuisce e i risultati di alcuni studi potrebbero essere ambigui.
Quindi, diventare calvi può davvero aiutare gli uomini, sia a conquistare le donne che a mantenere una buona salute. Forse è ora di mettere da part lo sterco dei piccioni e di dare alle teste pelate il rispetto che meritano.
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